Durante questo momento di emergenza sanitaria, risulta più che mai attuale il tema della responsabilità medica, a volte imputata con leggerezza all’operatore, che in situazioni limite può diventare vittima di illeciti e sconsiderati atti di “giustizia fai da te” da parte dei congiunti del paziente.
Secondo le statistiche, in Italia i casi di aggressioni ai danni di personale sanitario, sono oltre 1200 l’anno; cerchiamo di seguito di fornire qualche spunto di riflessione per comprendere meglio il fenomeno.
La percezione comune, suffragata da anni di campagne stampa denigratorie, è che il servizio sanitario nazionale sia inadeguato e popolato non da professionisti il cui operato, datane la complessità, è naturalmente soggetto ad errore, ma da inetti che con dolo e approssimazione, commettono deliberate leggerezze ai danni dei pazienti.
Il medico, nonostante l’alto livello di specializzazione che la professione stessa prevede, non è più considerato un referente di fiducia, ma un vero e proprio nemico da cui difendersi, percezione che sentiamo il dovere di smentire, cogliendo l’occasione per sottolineare l’evidenza inconfutabile dell’eccellenza e abnegazione professionale che il personale medico e ausiliario sta dimostrando in questi giorni difficili per il nostro Paese. Occorre mettere un punto a questa folle girandola di aggressioni (1500 i casi denunciati solo nel 2019), in nessuna circostanza può ritenersi comprensibile un atto intimidatorio o violento nei confronti di un medico nell’esercizio delle sue funzioni.
Ma quali sono le cause?
Il malcontento è spesso generato dalla presenza di protocolli specifici, dei cui meccanismi l’utente non è a conoscenza: si pensi all’assegnazione dei triage di pronto soccorso, a volte giudicata impropria da un osservatore inesperto, per il quale le priorità e la percezione di urgenza, sono comprensibilmente tarate sulla necessità di risolvere il proprio problema. A volte invece il personale è schiavo delle insidie burocratiche, intrappolato nelle maglie del sistema: un sistema non adeguato ai nostri tempi, non sempre al passo con la ricerca e con le esigenze dei pazienti, costretto a fare i “conti” con i tagli di budget e spesso asservito a ragioni politiche non compatibili con i principi della buona pratica medica.
Viviamo inoltre un momento storico nel quale l’accesso a ogni genere di informazione è “apparentemente” immediato, tendiamo dunque ad avere la presunzione di poterci confrontare su qualunque tema e a qualunque livello, forti delle nozioni apprese qua e là sul web, come se avessero lo stesso valore di anni di studi ed esperienza professionale. In campo medico il problema è di grande attualità, data la mole di informazioni che il dottor Google mette a disposizione dei pazienti, che non sempre hanno gli strumenti per filtrare le fonti, e le competenze medico scientifiche necessarie ad unire ordinatamente le tessere del mosaico.
È proprio merito del progresso in campo medico e sanitario, se non siamo più abituati all’accettazione della malattia; l’atto medico è associato a qualcosa di miracolistico che ci avvicina sempre più all’immortalità, ma per converso se qualcosa va storto, lo stesso medico che percepivamo come onnipotente, diventa ai nostri occhi solo un essere umano da perseguire per le proprie mancanze.
Mancanze, errori, fallimenti… Questo è tutto ciò che rimane a seguito di una prestazione sanitaria che non ha soddisfatto delle aspettative: la compulsiva ricerca di un errore dell’operatore o di una falla del sistema che sfocia spesso nell’inappropriato ricorso all’azione legale, che possa risarcire un dolore che a volte, di fatto, non ha responsabili.
Anche in un momento di rabbia e sconforto, è necessario mantenere la doverosa lucidità, evitando di generare inutile scompiglio e commettere clamorosi errori di valutazione; a tale proposito è fondamentale che si radichi nell’utenza la consapevolezza che l’operato del medico non è sindacabile, se non da un collega professionista competente, “alleato” della verità fattuale, che solo attraverso lo studio approfondito della letteratura medica e scientifica, sarà in grado di valutare caso per caso se l’atto medico sia conforme alla lege artis.
I medici sono chiamati a fare delle scelte e ad applicare delle “competenze” che hanno poco in comune con la mera cultura di base che può appartenere a chiunque abbia accesso ai mezzi di informazione; per fare un parallelismo è sostanziale la differenza tra un letterato emerito ed un amante della lettura.
Se si ritiene di aver subito un danno alla salute, cagionato dalla negligenza del personale medico o dall’inefficienza della struttura ospite, uno specialista in Medicina Legale sarà in grado di fare luce sulla vicenda. Attraverso un accurato esame del carteggio sanitario, avvalendosi della collaborazione di colleghi specialisti, competenti nella disciplina di riferimento, si procederà innanzitutto alla verifica dell’effettiva sussistenza di un nesso tra la condotta del personale sanitario e il danno subito, nel qual caso se ne potrà quantificare l’entità, accompagnando il paziente nell’iter di richiesta di risarcimento o accertamento giudiziario.
È bene precisare che in tema di malpractice medica, una scrupolosa valutazione Medico Legale preliminare, rappresenta un vantaggio anche nel caso in cui dia esito negativo, in quanto mette al riparo da lunghe battaglie legali e dall’ingente esposizione economica che ne consegue, anticipando di fatto la probabile conclusione a cui giungerebbe il Consulente Tecnico d’Ufficio in caso di contenzioso.
I tragici eventi che pervadono il nostro Paese in questo periodo, hanno momentaneamente stravolto il sentire comune, riabilitando l’immagine del servizio sanitario nazionale, di fatto popolato di professionisti capaci, disposti a grandi sacrifici, investiti di enormi responsabilità in nome del bene comune.
Resta aperto il quesito sul futuro: al termine di questa emergenza, la memoria ci aiuterà ad essere un po’ più cauti e oculati nella valutazione delle prestazioni sanitarie? Noi ce lo auguriamo, confidando che sia proprio la memoria ad accompagnare anche le istituzioni in una quanto mai doverosa inversione di rotta.
Lo Studio Medico Legale Barulli è a vostra disposizione per una consulenza nelle città di Bari, Milano e Cremona.