Un tema molto sentito negli ultimi mesi, corrispondenti con l’avvio dell’anno scolastico 2017-18, è stato quello relativo all’applicazione pratica della legge n. 119/2017 di conversione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, ”recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” che rende obbligatorie dieci vaccinazioni per l’iscrizione a scuola fino all’età di 16 anni.
Costituisce una doverosa premessa citare la sentenza della Corte Suprema di Cassazione del 25 luglio di quest’anno che ha negato un risarcimento al padre di un bambino autistico, respingendone il ricorso a una sentenza della Corte d’Appello di Salerno che già aveva rigettato la richiesta d’indennizzo.
L’uomo sosteneva che il figlio avesse contratto un’encefalopatia immunomediata a insorgenza post vaccinica con sindrome autistica a causa della terapia vaccinale a lui somministrata, ma la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso escludendo il nesso di causalità fra la vaccinazione subita e la malattia.
La conclusione secondo la quale “non sussistono a oggi studi epidemiologici definitivi che consentano di porre in correlazione la frequenza dell’autismo con quella della vaccinazione antipolio Sabin nella popolazione” si inserisce nel discorso più ampio che ha portato i cosiddetti “no-vax” ad avviare una protesta massiva contro il “Decreto Vaccini”, paventando per l’appunto correlazioni tra le vaccinazioni rese obbligatorie dalla nuova legge e l’insorgere di gravi malattie nei soggetti sottoposti a tali trattamenti di prevenzione immunologica.
Sull’obbligo vaccinale previsto dalla legge 119 è intervenuto quest’estate anche Michele Emiliano: il presidente della Regione Puglia ha incontrato pubblicamente una delegazione di cittadini ed esponenti di associazioni che si oppongono al decreto offrendo loro il sostegno della Regione e dichiarando che “i ricorsi che i cittadini faranno davanti ai giudici e poi le eventuali ordinanze dei giudici alla Corte costituzionale hanno buone prospettive di successo”.
A distanza di 48 ore, il 30 agosto, è però arrivato un dietro-front ufficiale grazie a un comunicato pubblicato sul sito della Regione Puglia nel quale – a fronte di un incontro fra lo stesso Emiliano, il direttore del Dipartimento Promozione della Salute Giancarlo Ruscitti e alcuni componenti della Commissione Regionale Vaccini – è stata ribadita la posizione della Regione Puglia circa la necessità di mettere in campo tutte le azioni organizzative e informative al fine di raggiungere i livelli di coperture vaccinali previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017/2019, già recepito dalla Regione stessa.
Infine – a seguito di un altro incontro che ha visto protagonisti Emiliano e Ruscitti coinvolgendo però, in questo caso, il vicepresidente nazionale della Federazione Italiana Medici pediatri Luigi Nigri – il Presidente ha chiarito che la Regione Puglia intende pervenire al recupero dei livelli vaccinali del passato attraverso un’opera di informazione e di promozione della cultura vaccinale che si fondi su una scelta consapevole delle famiglie piuttosto che su sanzioni di difficile compatibilità costituzionale, fermo restando l’applicazione del decreto legge d’urgenza del Governo.
La situazione attuale, a un mese dall’avvio dell’anno scolastico, vede una percentuale dell’87,39% di bambini pugliesi da 0 a 6 anni regolarmente vaccinati. Il restante 12,61 % rischia l’espulsione dall’asilo nido, dalla scuola materna o dai servizi integrativi, anche privati: in questa percentuale rientrano, oltre i non vaccinati e coloro per i quali le istituzioni scolastiche e le Asl non hanno ancora ricevuto la documentazione necessaria, anche i bimbi che, per conclamati motivi di salute, hanno ottenuto l’esonero dall’obbligo.
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